sabato 30 gennaio 2010

Pelizzetti:no tav, sì alla città della salute


La polemica del rettore (articolo La Stampa.it del 30 gennaio)

È stato un anno durissimo. Sempre meno fondi e docenti, ma più studenti. Impossibile programmare. I grandi progetti arrancano. L’Università di Torino lunedì inaugura l’anno accademico ma il suo rettore, Ezio Pelizzetti, non ha molta voglia di festeggiare.

Che cosa la amareggia?
«Vedo una grande mobilitazione politica in favore della Tav, un’opera costosissima e sulla cui utilità i pareri sono discordanti. Hanno lanciato la campagna “Sì Tav”; io mi permetto di proporne una “Sì Università”. Il super-treno va bene, ma se ci lasciamo scappare i cervelli non so a che cosa servano le grandi infrastrutture. Trascurare gli investimenti su formazione e ricerca è molto miope».

Lei è contrario alla Tav?
«Ma no, però si parla di un investimento di 30-40 miliardi di euro quando in dieci anni non si è trovato un solo miliardo per la Città della Salute che, se posso permettermi, mi sembra un’opera più urgente e forse anche più importante della Tav».

Più importante? Addirittura?
«La medicina è una delle grandi eccellenze di Torino e del Piemonte. Le Molinette sono il primo ospedale d’Italia. Non valorizzare queste capacità formative e di ricerca è assurdo. La qualità della sanità è determinata dall’Università, dove si formano medici e infermieri. Investire sulla Città della Salute è un passaggio cruciale per lo sviluppo del territorio».

Non tutti sembrano convinti del progetto, a cominciare dalla sede, Grugliasco. Lei?
«A me va bene pure Bardonecchia. Purché si faccia. Però mi viene in mente un detto caro a mio padre: “È una buona idea ma ci sono cento problemi da risolvere. Il primo? Mancano i soldi. Allora gli altri 99 non mi interessano”. Noi abbiamo le idee chiare. Però ci dicano quali risorse possono essere spese».

Prima di Natale la Regione ha rilanciato un protocollo d’intesa. Non vi convince?
«Abbiamo ribadito le nostre richieste, a cominciare dall’impegno sulla Torre Chirurgica delle Molinette. Non abbiamo ricevuto risposta».

Nemmeno sulle Molinette?
«Le Molinette sono al 43 per cento dell’Università. Anzi, la parte nostra è la più pregiata. Non possono venirci a dire che hanno deciso di spostare le Molinette senza nemmeno consultarci».

Almeno avete ottenuto rassicurazioni sulla Torre chirurgica?
«L’ospedale ha reparti che hanno urgenza di essere ristrutturati. L’altra settimana pioveva dentro le sale operatorie. Serve un intervento edilizio che, tra l’altro, farebbe pure risparmiare, perché 18 sale chirurgiche sparse per tutto l’ospedale, significano 18 rianimazioni e altrettante radiologie. Con la Torre chirurgica potremmo razionalizzare l’organizzazione, anche sul fronte economico».

L’Università chiede soldi, certa politica ribatte che dentro gli atenei se ne sprecano troppi. È così?
«Degli 850 milioni di euro del nostro bilancio ne riceviamo 250 dallo Stato. Sa quanti ne restituiamo sotto forma di Irpef, Irap e altre imposte? 240. È una partita di giro. E l’anno prossimo, se sarà confermata la riduzione dei fondi statali, potremmo dover restituire più di quel che ci danno. Già ora lo Stato ci dà 40 milioni l’anno in meno di quel che dovrebbe. E i parlamentari piemontesi non si sono mai posti il problema di intervenire o fare lobby per correggere questa stortura che si trascina da anni. Pensare che l’Università ha una ricaduta sul territorio di un miliardo e mezzo di euro l’anno».

mercoledì 27 gennaio 2010

La Stampa: Maroni sui finanziamenti Tav





27/01/2009
Il ministro dell’Interno: il governo sosterrà una proposta legislativa
per la vigilanza sulle infiltrazioni criminali...
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/politica/articolo/lstp/124342/

lunedì 25 gennaio 2010

LA STAMPA Pallottola al sindaco firmata "No Tav" - 26/01/2010

torino
Prima i presidi No-Tav di Borgone e di Bruzolo incendiati da sconosciuti che, in un caso, hanno pure lasciato la firma «Sì Tav». Ieri mattina, nella posta del sindaco una busta contenente un proiettile calibro 9 e uno scritto con accuse farneticanti e sgrammaticate a Sergio Chiamparino: «Caro sindaco sei un fasista (senza la “c”, ndr), non andare di notte in valle a fare i sondaggi, abbi il coraggio di farli davanti a tutti», firmato «ValSusa partigiani 2010». Insomma, ieri c’erano tutte le condizioni per rendere ancora più incandescente il clima fra gli schieramenti pro e contro la Torino-Lione.

Invece, complice quel po’ di buonsenso che dovrebbe sempre albergare tra persone adulte e che evidentemente non ha ancora abbandonato i principali esponenti del «Sì Tav» e del «No Tav», la giornata s’è conclusa con un significativo ordine del giorno approvato all’unanimità dalla Sala Rossa con la quale la città sostiene che gli incendi e l’intimidazione al sindaco «appaiono tanto più gravi in quanto lanciano chiari segnali violenti e intimidatori volti a impedire un sereno confronto sulla questione». Per questo motivo la Sala Rossa «esprime solidarietà al sindaco e la più ferma condanna» sia delle minacce che ha ricevuto Chiamparino, sia dei roghi dei presidi No Tav in Val di Susa.

Il documento, firmato dal presidente del Consiglio Castronovo e dal vice Michele Coppola, il primo di Rifondazione, il secondo del Pdl, non è stato nemmeno discusso come stabilito dalla conferenza dei capigruppo per non correre il rischio di incappare in incomprensioni. Le uniche perplessità le hanno sollevata la Pd Lucia Centillo, il dipietrista Petrarulo e Monica Cerutti di Sinistra e Libertà che hanno chiesto che la solidarietà venisse estesa anche sindacalista Pibiri e a Antonio Ferrentino, il primo fatto oggetto di un antipatico striscione da parte dei No Tav, il secondo perché la busta con il proiettile indirizzato a Chiamparino al posto del francobollo aveva la scritta: «Tassa pagata da Berlusconi e Ferrentino».

La cosa significativa è che davanti a Palazzo Civico una cinquantina di militanti No Tav, con tanto di bandiere, slogan di prammatica («Sarà dura», «Ora e sempre Resistenza», «No Tav, no Tav») e controllata da uno schieramento imponente di poliziotti, chiedeva di poter incontrare il Consiglio comunale per consegnare, provocatoriamente, una scatola piena di «Bugie di Virano» e un’altra di cenere proveniente dai roghi che hanno distrutto i due presidi. Ma soprattutto chiedevano che una loro delegazione venisse ricevuta per poter consegnare un documento con il quale, sostanzialmente, chiedevano le stesse cose che la Sala Rossa stava approvando in quel momento e cioè che «i roghi e il proiettile a Chiamparino fanno parte della stessa strategia di chi vuole avvelenare il clima civile in un momento delicato per il territorio».

A riceverli è invece stato il presidente Castronovo, ma senza ceneri. Sulle quali il sindaco non è stato leggero: «Premesso che sono solidale con i No Tav per i roghi dei due gazebo e che non li ritengo responsabili del proiettile arrivatomi con la posta, devo anche dire che se la consegna di quelle ceneri voleva simbolicamente indicare che i mandanti dei roghi sono qui in Comune, con lo stesso criterio io potrei indicare che i mandanti del proiettile sono i No Tav». Parole alle quali hanno fatto eco quelle del leader dei No Tav, Alberto Perino: «Il proiettile è una montatura organizzata col solito copione trito e ritrito del proiettile inviato al politico di turno. Nel 2005 a ricevere i proiettili era Mercedes Bresso, ne riceveva due per volta». Addosso al sindaco, nel corso della giornata, è piovuta la solidarietà di mezza città.

Dal rivale Ghiglia (An-Pdl): «Il dialogo tra le parti non sarà messo in pericolo da un gesto così vigliacco» ai segretari del Pd, Morgando e Cuntrò: «Roghi e minacce sono atti finalizzati esclusivamente a far crescere la tensione: dimostriamoci responsabili». E poi la segreteria Cgil con il responsabile regionale Vincenzo Scudiere e l’Ugl. I ministri Ronchi e Matteoli si sono fatti vivi al telefono per solidarizzare con Chiamparino «oggetto di un gesto sconsiderato. Sono certo che quanto accaduto non intaccherà il suo impegno a favore della Tav».

Futura.it BUSTA CON PROIETTILI A CHIAMPARINO


La partita tra oppositori e sostenitori della Tav si gioca anche su gesti e simboli violenti. Come il proiettile calibro 9 recapitato questa mattina al sindaco Sergio Chiamparino, con tanto di lettera farneticante e sgrammaticata sulle sue posizioni a sostegno della linea Torino-Lione. O l’incendio nella notte tra sabato e domenica del presidio no Tav di Borgone di Susa.

Oggi gli esponenti del movimento no Tav hanno portato le ceneri della postazione in piazza Palazzo di Città, a Torino: altro gesto simbolico per contestare l’indifferenza delle istituzioni, che ieri alla manifestazione pro Tav del Lingotto non ne hanno parlato. Il presidio bruciato – si legge sul sito notav.eu – è stato già sostituito, ma rimane la rabbia verso quella che i manifestanti hanno definito nel comunicato web “la firma della mafia incendiaria”.
Intanto parole di solidarietà a Chiamparino e inviti a smorzare i toni sono giunti da partiti e istituzioni. “Proiettili e incendi non sono uno strumento di dialogo, e possono solo servire a esacerbare i toni”, ha commentato il presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso. Dalla Lega Nord sono giunte le dichiarazioni del capogruppo Carossa: “Siamo sicuri, che il sindaco come la Lega, non si farà intimidire: non servirà a ridurre la partecipazione alla vita democratica”. Vicinanza al sindaco è stata manifestata anche dal segretario regionale della Cigl Vincenzo Scudiere: “Ancora una volta bisogna assistere ad atti che credevamo alle nostre spalle, legati a un passato non più ripetibile”. Lo stesso Chiamparino ha oggi espresso la sua serenità rispetto al gesto intimidatorio nei suoi confronti. “Credo che una lettera come questa, così come gli incendi ai presìdi siano del tutto estranei agli schieramenti favorevoli e contrari alla Tav che civilmente si sono manifestati e confrontati in questo fine settimana”.

Nel primo pomeriggio è stata convocata, su richiesta del capogruppo del Pd Andrea Giorgis, una riunione straordinaria della conferenza dei capigruppo al Comune di Torino, “sull’evolversi della situazione in Valle di Susa e sulla Tav” . Durante la conferenza è stato predisposto un ordine del giorno, che verrà presentato durante la seduta pomeridiana dell’assemblea cittadina, che stigmatizza “gli atti di violenza che hanno portato, ieri, all’incendio di una struttura che ospitava una sede del comitato No Tav”.
DI LEOPOLDO PAPI